Ad ognuno il suo gioco


Una volta un amico velista, in banchina, mi ha chiesto :

"Lo sai qual'è la differenza tra un uomo ed un bambino ?"

Mi sono impegnato per trovare una risposta , avrei potuto tirare in ballo la biologia, i sentimenti, argomenti più noiosi riguardo il carico di responsabilità oppure la maggior consapevolezza dei propri mezzi. Ho pensato alla spensieratezza  e all' innnocenza che con l'andare del tempo sembrano sempre di più allontanarsi dalla nostra vita, al rapporto con le altre persone e ad altre mille cose con le quali avrei potuto rispondere forse anche a buon diritto.
La sua risposta , figlia di quell' atmosfera che si crea quando uno è in banchina e sta assecondando le proprie passioni, scappato per poche ore alla vita terrestre di tutti i giorni, magari in compagnia di pochi selezionati compagni di avventure è stata molto semplice ironica e chiara...

"Nessuna, cambiano solo i giochi"



Dopo aver visto questa foto, sono sempre più convinto che da un certo punto di vista sia la risposta più corretta...


...e che al di là dei gusti personali, continuare a giocare sia un gran bel modo per crescere ;)

Rondini a bordo!

Come Resisterle?

Grazie alla rete e alla potenza di Ebay, abbiamo scovato negli USA un documento fotografico originale straordinario.
Primavera 1971: il Primo Ministro inglese, Mr. Edward Heath, trascura le sedute del parlamento per navigare nelle mitiche acque del Solent sulla sua fiammante Morning Cloud, one-off in legno su innovativo disegno di Olin Stephens!

L'opinione pubblica era piuttosto contrariata (vedi la caustica didascalia originale) per il fatto che il Primo Ministro passasse spesso più tempo al timone della sua nuova barca, con la quale vinse diverse importanti regate, piuttosto che nell'aula del parlamento!
Per parte nostra, siamo certamente indulgenti: come resistere alla capostipite di tutti gli Sparkman&Stephens '34, che proprio da lei ereditano la presenza della parola "Morning" nel proprio nome?
Del resto, quando navighiamo su Morning Series, anche a noi capita quasi sempre di dimenticare orari, appuntamenti, impegni, famiglie...
Che volete farci: siate indulgenti: non si può proprio resisterle! __/)__


Dedicato a Morning e ai suoi armatori (Je connais des bateaux - Mannick 1980)



Conosco delle barche

che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po’
sulle rotte dell’oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.